Disability Card: uno strumento utile, ma non per tutti

La Disability Card, o Carta Europea della Disabilità, è una tessera gratuita rilasciata dall’INPS che consente alle persone con disabilità di accedere a servizi, agevolazioni e benefici in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea. È pensata per semplificare la vita delle persone con disabilità, evitando la necessità di esibire ogni volta certificazioni mediche o verbali sanitari per ottenere sconti, ingressi gratuiti o altri diritti previsti dalla normativa.

A chi spetta la Disability Card e come richiederla

La Disability Card è destinata a persone con:

  • disabilità media, grave o non autosufficienza, come definite nell’Allegato 3 del DPCM 5 dicembre 2013, n. 159;
  • riconoscimento da parte dell’INPS o di altre autorità competenti.

La domanda per richiederla può essere presentata:

  • online sul sito INPS (con SPID, CIE o CNS);
  • tramite associazioni come ANMIC, UICI, ENS, ANFFAS.

Una volta approvata, la carta viene stampata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e spedita a casa tramite Poste Italiane.

Il nodo critico: la lettera “A” per l’accompagnatore

Sulla Disability Card può comparire la lettera “A”, che indica la necessità di accompagnamento. Questa lettera è fondamentale per ottenere:

  • ingresso gratuito o scontato per l’accompagnatore;
  • accesso facilitato a servizi e strutture.

Ma chi riceve la “A”?

Secondo le attuali prassi, la “A” viene assegnata solo in specifici casi, come persone in sedia a rotelle o con disabilità cognitive o gravi limitazioni funzionali.

Chi, invece, ha disabilità motorie meno visibili, come molte persone con CMT (Charcot-Marie-Tooth), non riceve automaticamente la “A”, anche se ha bisogno concreto di assistenza per, ad esempio,  salire o scendere le scale, mantenere l’equilibrio e/o muoversi in ambienti affollati o sconosciuti.

Una discriminazione da correggere

Questa prassi crea una discriminazione inaccettabile tra persone con disabilità. Il bisogno di accompagnamento e della conseguente possibilità anche per l’accompagnatore di godere dei benefici previsti dalla Disability Card dovrebbe essere valutato sulla base della funzionalità, non solo della diagnosi o della visibilità della disabilità.

Auspichiamo che l’INPS aggiorni i criteri di assegnazione della lettera “A”, includendo anche le disabilità neuromuscolari come la CMT, che comportano limitazioni reali e documentate. La Disability Card è un passo importante verso l’inclusione, ma non può diventare uno strumento di esclusione. Le persone con disabilità come la CMT devono essere riconosciute nella loro specificità e avere pari accesso ai diritti, incluso quello di essere accompagnate quando necessario, affinché nessuno venga lasciato indietro.

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