Lo studio di motoneuroni da cellule staminali di pazienti con Charcot-Marie-Tooth di tipo 2 rivela nuovi percorsi di trattamento

In un recente articolo apparso sulla prestigiosa rivista Brain, un gruppo di ricerca dell’Università di Anversa, guidato dal Prof. Vincent Timmerman, studiando dei motoneuroni (neuroni del movimento) derivati da cellule staminali ha scoperto dei nuovi meccanismi che potrebbero sfruttati per il trattamento Charcot-Marie-Tooth di tipo 2 e di altre forme correlate.

La malattia di Charcot-Marie-Tooth o CMT

La malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) è un disturbo ereditario che colpisce progressivamente le funzioni motorie e sensoriali del sistema nervoso periferico, causando debolezza ed atrofia dei muscoli e provocando quindi deformità degli arti superiori ed inferiori. La gravità di questa malattia può variare; il disturbo si verifica sia nei bambini che negli adulti, colpendo 1 su 2.500 persone. Lo studio del Prof. Vincent Timmerman si propone di trovare una risposta alla complessità della CMT, perché questo disturbo può colpire con modalità e sottotipi differenti. Questa caratteristica di complessità non rende semplice la ricerca di una cura per la maggior parte delle forme di CMT.

Lo studio sulle Cellule Staminali per il trattamento della Charcot-Marie-Tooth 2

La scorsa estate Jonas van Lent, dottorando del gruppo di ricerca sulle neuropatie periferiche del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Anversa, ha pubblicato i suoi primi risultati di ricerca sulla prestigiosa rivista scientifica Brain. Jona è riuscito a far crescere in laboratorio dei motoneuroni (neuroni del movimento) partendo da cellule staminali di pazienti con CMT di tipo 2. In queste cellule nervose, ha scoperto delle straordinarie caratteristiche comuni legate alla CMT; in particolare, ha riscontrato un rallentamento nella conduzione dell’impulso elettrico negli assoni (le estensioni nervose) e un disturbo nella funzione mitocondriale (i mitocondri sono le nostre “centrali elettriche”). Comprendere questi meccanismi comuni potrebbe rappresentare un nuovo inizio per lo sviluppo e la ricerca di terapie, non solo per un sottotipo specifico di CMT, ma anche per un gruppo più ampio di CMT.

Sono state utilizzate cellule staminali provenienti da volontari sani e persone con diversi sottotipi di CMT2, CMT2A, CMT2E, CMT2F, CMT2L, causati da anomalie nei geni più comuni alla base della CMT.

Queste cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), derivate dalle cellule della pelle, sono state “riprogrammate” al loro stato embrionale; somministrando, successivamente, dei fattori di crescita e differenziazione nervosi, le cellule staminali vengono indotte a trasformarsi in cellule nervose motorie o sensoriali, il cui ruolo è essenziale nella malattia di Charcot-Marie-Tooth.

I risultati dello studio

Lo studio di diverse linee di cellule nervose derivate da cellule staminali di pazienti con CMT2 ha portato all’identificazione di disturbi comuni nel trasporto assonale e nella funzione mitocondriale. Con questo tipo di approccio sono stati identificati dei potenziali bersagli terapeutici comuni come, ad esempio, la proteina “doppia leucina zip chinasi” (DLK). La produzione di questa proteina DLK può essere soppressa terapeuticamente tramite un “inibitore” e ciò andrebbe a ripristinare parzialmente il trasporto assonale e la funzione dei mitocondri, costituendo un importante passo avanti per l’identificazione di nuovi farmaci per un gruppo più ampio di pazienti con CMT.

Si ringrazia Simona Geninazza per la traduzione.

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